[Il mio bilancio e auguri]
Bisogna toccare il fondo per risalire. Non sono sola: siamo in tante e tanti a dover essere orgogliosi di averlo affrontato e superato, quest’anno.
Il mio capodanno, in realtà, dentro di me è iniziato il primo settembre. La mia linea l’ho tirata lì, dopo anni molto difficili e gli ultimi due di forti cambiamenti personali e professionali.
A settembre quasi 200 persone mi hanno detto di andare avanti, di proseguire il mio lavoro con #StorieResilienti. E proprio in questi giorni hanno ricevuto in anteprima il primo risultato di questo investimento.
Alla fine, nonostante nessun santo in paradiso, la Battaglia ce la sta facendo. E come scriverò domani sul mio sito ci sono tanti progetti che seguiranno e partiranno, sia come giornalista, come presidente di Cittadini Reattivi, che come professionista e formatrice.
La Rosy invece è stata un po’ peggio, ma resiliente. Ad un passo dal baratro si è rialzata. E non posso che ringraziare, anche qui, chi mi è stato vicino. E siete stati tante e tanti.
Eppure il 2017 è stato l’anno della mia solitudine. La solitudine dell’innovatore. Sono stata anche premiata come “Pioniere del futuro”. Per certi versi è davvero brutto arrivare e vedere prima le cose. Farle e costruirle senza risorse, investendo del tuo. Per poi vedere che sei d’esempio per molti.
La solitudine di me come persona, non personaggio pubblico. Voluta e capitata. Più profonda, più nera. Dove capisci chi sei e chi c’è o non c’è davvero accanto a te, nel momento in cui potresti non esserci più.
Ma è stato anche l’anno dell’accoglienza. Di amici, amiche, famiglie in tutta Italia che mi hanno spalancato le braccia, sorriso, si sono presi cura di me, mentre io arrivavo e ripartivo, sempre, con le lacrime agli occhi.
È stato l’anno in cui ho scelto di non fare la guerra. Non per debolezza ma per pensare a chi è più fragile di me. È alla fine “vince chi molla”, forse. Tante situazioni mi stanno dando ragione.
È stato l’anno della scelta. Dolorosa, nella vita personale come nel lavoro. Della provvidenza. Di qualche momento di profonda bellezza. Del riuscire a prendere le distanze da ciò e chi mi ha fatto stare male.
Eppure è stato l’anno in cui sono riuscita a ripensare ai momenti felici della mia vita. E a pensare che sì, me la merito ancora un po’ di felicità prima di morire (senza tragedie, ma non è tanto il tempo che ci resta) e ho ripreso a fare cose per esserlo.
È stato l’anno in cui ho capito che quando dico che non mi devo aspettare più niente, la vita arriva puntuale a smentirmi.
Per questo entro nel 2018 a testa alta da una parte e bassa dall’altra.
A testa alta, perché ho fatto dell’etica, della coerenza, dell’onestà, della ricerca della giustizia, della trasparenza, ragioni di vita. E tutto ciò che ho fatto in questi anni parla da solo e nel 2018 emergerà con ancora più forza.
A testa bassa, perché non posso fermarmi, devo lavorare duro. Perché niente mi è dovuto, perché ogni cosa mi costa fatica e impegno e ci sono le bollette da pagare, progetti da finanziare, viaggi da fare.
Dopo tanto dolore e buio mi meriterei qualcosa di più. Ringrazio chi mi ha aiutata in questo percorso. La luce è tornata, come quella che ora inonda la mia nuova casa. Ma so anche che potrebbe non arrivare nulla e che quindi dovrò affrontare ancora tutto armata solo delle mie mani e della mia testa. Ma la paura non c’è più.
È l’anno in cui ho imparato a volermi bene, finalmente. In cui non ho smesso di preoccuparmi per gli altri. In cui ho ritrovato un posto dove tornare.
E dove so che ci sono anche altri posti dove vorrei tornare e magari restare.
Per questo non posso che riaugurarvi buon anno di rivincita e riscatto a tutti voi. Io ho cominciato da un po’.
La mia musica qui https://open.spotify.com/user/spotify/playlist/37i9dQZF1E9RHOgsAcejzs
Le mie immagini qui https://www.instagram.com/rosybattaglia/
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