
Confesso. Non so come si faccia ad odiarla, cementificarla, inquinarla.
Da bambina ho imparato a rispettarla. A commuovermi nel vederla deturpata.
Da donna adulta ho cercato di trovare gli strumenti per difenderla.
Ma alla fine resta sempre in fondo ai nostri pensieri. È l’ultima delle priorità per la nostra classe politica locale, regionale, nazionale e internazionale. Il consumo di suolo nel nostro Paese continua alla velocità di due metri al secondo. Nulla o pochissimo si fa per quella contaminati.
Eppure a lei dobbiamo la nostra vita e il futuro dei nostri figli.
Sono molto preoccupata, perché la guerra, oltre a uccidere persone, a dividerci e a stravolgere la vita di interi popoli e l’economia mondiale, ancora una volta ci sta facendo cambiare direzione. Il cammino verso quell’ambito “Green Deal” appare sempre più lungo e difficoltoso.
E neppure la lezione della pandemia ci ha fatto comprendere la fragilità del nostro ecosistema, quel concetto di “One Health” che parte proprio da preservare gli equilibri del nostro sempre più fragile pianeta.
La nostra casa comune è in pericolo, è in fiamme. Le montagne, i laghi, i fiumi, sono in sofferenza. L’aria che respiriamo è veleno.
Ce lo ricordano ogni giorno le ragazze e I ragazzi di #Fridaysforfuture e #ExctionRebellion ma noi non li ascoltiamo.
Oggi dovrebbe essere una giornata di festa. È la Giornata Mondiale della Terra, ma la primavera tarda ad arrivare.
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