Le vostre idee camminano sulle nostre gambe.

Scorrono le immagini in tv.
Forse è la prima volta che mio figlio ascolta la voce di Giovanni Falcone.
“Mamma lo so chi è Giovanni Falcone, ma voglio capire perchè lo hanno ucciso”.
E mi tocca spiegargli cosa è stata la mafia in Sicilia in quegli anni.
“Sì, uccidevano chiunque si opponesse ai loro progetti”.
Nell’intervista di repertorio Corrado Augias chiedeva a Giovanni Falcone i passi dopo l’uccisione di Rocco Chinnici.
“Ma quindi hanno ucciso altre persone?”.
Silenzio.
Sì. E mi tocca ricordare la Palermo ferita e in ginocchio.
Poi arrivano le immagini della città che si era fermata. Che aveva rialzato la testa. “Perchè c’era tutta quella gente?”
Perchè non potevano sopportare che si fosse ucciso un uomo giusto, che aveva combattuto la mafia e fatto arrestare centinaia di mafiosi.
“Ma hanno arrestato chi l’ha ucciso?”
Un attimo di silenzio. Mi verrebbe da dire di no.
“Sì lo hanno aŕrestato”.
Ma la mafia non c’è più?
No, la mafia oggi non uccide più, ma è cambiata. È c’è ancora. Dappertutto.
“E come si fà?”
Bisogna essere furbi, per combatterla, scoprire dove si nasconde anche vicino a noi. E non bisogna smettere mai di denunciare.
E ricordare. Sempre.

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